giovedì 22 luglio 2010

Rabbia.

La verità è che davvero non puoi mai dire di conoscere le persone.
E non puoi mai dire quanto scoprire che qualcuno è quello che tu non ti aspettavi che fosse ti può deludere.
Fare il confronto con quello che conoscevo e quello che vedo adesso mi spiazza.
Compro una vocale:
"Spiazzata" è la parola giusta.
"Abbattuta" una valida sostituta.

Sono nella fase "I ricordi fanno male".
Prequel di "Rabbia".

Risultato: La mia voglia di allontanarmi da qui aumenta esponenzialmente. E' questa città, sono le persone che ci vivono dentro.

Quelle che si cullano nella tristezza delle loro quattro mura.
Invece di guardare avanti, si guardano nelle mutande da 30 anni.

Ve lo siete consumato a furia di guardarlo.
Cambiate musica, cambiate stile, cambiate buchi.

Datevi un valore. Provate a guardarvi allo specchio e a farvi schifo.
Ne siete capaci?
Uomini senza palle, senza spina dorsale.
Alla nascita vi è stata tolta per darvi la possibilità di farvi i pompini da soli.

In quei rari momenti in cui vi rendete conto che vi fa schifo farvi l'ennesimo cesso conosciuto in spiaggia che puzza di crema solare scadente e di cui non ricordate il nome.

Ma poi tornare in tiro, voi e le vostre belle parole, e i modi da gran signori.

Non lo siete. Di grande avete solo l'orgoglio e, no, non è quella cosa nelle mutande.

Chi semina vento raccoglie tempesta. E voi state seminando tanto, vero?
Ho un'idea di quello che raccoglierete.

Fate ammenda appena ve ne rendete conto, e forse salverete qualcosa.
O forse sarà tardi e il grosso sarà perduto.

Quando alzerete gli occhi, intorno avrete terra bruciata.
E sarete la polvere alzata da tutti quei tacchi che si allontanano.