giovedì 31 marzo 2011

CERAMICI


I ceramici sono materiali duri e fragili. L'unico tipo di deformazione che tollerano è una, seppur piccola, deformazione elastica. I ceramici non possono subire deformazioni plastiche, il che vuol dire che NON alterano permanentemente la loro forma se sottoposti ad una forza, farlo è inutile.

Sebbene i legami ionici che li compongono li rendano piuttosto duri, i ceramici sono intrinsecamente fragili: resistono poco sia a forze ortogonali, trazione e compressione, che a forze di taglio. La resistenza alla compressione è comunque maggiore di quella alla trazione ma, in questo caso, la rottura è imprevedibile.

Essa sopraggiunge senza il preavviso di alcuna deformazione plastica, a differenza di quanto accade nei metalli, più teneri.


La frattura del campione ceramico si verifica all'improvviso in seguito alla formazione di cricche interne che nessuno può vedere e che pure lo indeboliscono riducendo progressivamente la sezione resistente.


Quando lo sforzo a cui esso è sottoposto supera il valore massimo il ceramico si rompe.


La riparazione del ceramico è poco utile.

Il ceramico va sostituito.

martedì 8 marzo 2011

How to be good.

Mi si attorcigliano le budella. Questa è roba da manuale. Questa è la sinistra spiegazione medica del suo comportamento. David ha quasi certamente un tumore al cervello. Come ho potuto essere tanto superficiale? Torno di corsa al lavoro e gli telefono.

"David. Non voglio spaventarti, ma ti prego di ascoltarmi e fare esattamente quello che ti dico. Probabilmente hai un tumore al cervello. Devi andare in ospedale e farti fare una TAC, subito. Possiamo farti la richiesta qui, ma…"

"Katie…"

"Ti prego, ascoltami. Possiamo farti la richiesta qui, ma…"

"Katie,non ho niente che non va."

"Be', speriamo di no. Ma questi sono i sintomi classici."

"Stai dicendo questo perché ho cominciato a essere gentile con te?"

"Be', sì. E poi c'è stato il teatro."

"Tu pensi che se mi è piaciuta una commedia devo avere un tumore al cervello?"

"E i soldi. E il sesso dell'altra notte."

C'è una lunga pausa.

"Katie, mi spiace molto."

"E c'è anche un'altra cosa. Ti scusi di continuo. David, io credo che tu sia davvero malato."



[from How to be good - Nick Hornby]

mercoledì 2 marzo 2011

Luoghi comuni e altri luoghi.

Mi fanno schifo i mediocri. Quelli che senti all'angolo parlare di quanto siano lente le mogli a fare la spesa. Odio chi non sa dare, chi prende finchè non ti ha succhiato perfino la linfa vitale. Chi lascia correre, chi non si interessa di quello che ha attorno. Odio i menefreghisti, chi preferisce far finta di non sentire piuttosto che ripondere. Chi non sorride e chi non si mette in gioco, chi non sa prendersi in giro. Chi si lamenta continuamente della sua vita o di quello che fa. Chi sfoga la sua frustrazione sugli altri. Chi crede che tutto ciò che ha gli sia dovuto, chi non dice "grazie", "prego" o chi non saluta. Chi non ringrazia gli amici. Chi non capisce l'importanza dei gesti e delle parole, che non è in grado di capire QUANTO entrambi contino. Odio chi sopprime le emozioni, chi le nasconde e le maschera. Odio chi non tollera i fallimenti come parte della natura umana. Chi non è capace di una carezza, chi non sa perdonare. Chi non comprende la fortuna di avere un vero amico accanto e chi non lo sa lodare per le sue qualità. Odio gli ipocriti e tutti quelli che fingono di essere qualcosa che non sono, i perbenisti e gli estremisti. Odio chi non sa ascoltare perché è troppo preso da se stesso, chi procede con i paraocchi senza ammettere deviazioni sul suo cammino. Non sopporto la mentalità ristretta, chi fa di tutta l'erba un fascio; si, non sopporto i luoghi comuni e non sopporto come la gente si adatti ad essi quasi fossero norme da seguire. I luoghi comuni sul matrimonio, quelli sulla suocera, quelli sulle mogli e sui mariti. Mi disturbano quelle madri, quelle donne, che mettono i figli maschi sul piedistallo e che poi incanalano tutte le loro ansie nell'odio per le loro fidanzate, neanche queste volessero strappare il bambino alla mamma. Le stesse madri che li proteggono dal mondo e poi non sanno ammettere che hanno cresciuto dei Coglioni.
Mi disturbano tutti quelli che rinnegano il passato: il dirigente che dimentica di quando era impiegato, il cittadino che dimentica di quando era immigrato. Odio la mediocrità in tutti loro, mancanza di originalità to-ta-le.. Siete noiosi, siete banali, siete scontati. Non avete altro che i vostri soliti vecchi argomenti? Odio le battute sulle ragazze con il seno grosso e su quelle con il seno piccolo. Triviali. Odio i tradimenti ma anche chi non sa perdonarli. Chi non dice mai "scusa" e non ammette il torto. Odio i silenzi comodi, quelli che avvolgono i problemi. Odio l'ignoranza e la cattiveria, chi non accetta, chi non capisce e chi non si sforza di farlo. Chi crede che io sia inferiore come donna, o come donna del meridione. Chi non da importanza alla famiglia, qualunque essa sia, intesa come nucleo di amore e forza. Chi non da importanza ai legami, chi li crea per comodità e li recide per noia o pigrizia. Chi non si sforza per andare in contro all'altro e chi non sa vedere "il buono" nell'altro. Chi si lascia vivere. Chi "per me una cosa vale l'altra". Sempre. Chi non ha MAI un opinione. Chi ha bisogno di perdere qualcosa per realizzarne il valore. Chi non mette passione in quello che fa. Chi non sa dire "ti amo" e "non ti amo più". Chi non sa dire "non ti ho mai amato". Chi non da un nome alle cose e non ne apprezza la diversità ma vive in un universo sempre uguale a se stesso. Chi sceglie la routine e poi se ne lamenta per tutta la vita. Chi non cresce e vuole rimanere per sempre ragazzino. Chi non sa gestire le responsabilità. Chi preferisce fissare un vergognoso presente piuttosto che pianificare un futuro difficile. Chi non alza mai la testa. Le donne che hanno bisogno degli uomini delle altre per sentirsi vive. Gli uomini che fanno lo stesso.
Odio tutto questo mediocre. è come una coltre in cui molti sguazzano, ignari delle sabbie mobili che li tirano verso il basso, sicuri del diritto di potersi lamentare un giorno...di non avercela fatta. Non avete provato.
Odio chi non si rende MAI conto dei suoi errori.